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“Essere tutti lì dove siamo. Quando siamo nel luogo, quando siamo qui, possiamo essere ora, esserci contemporanei e non antenati o posteri.
Chandra Candiani
Ascoltare come stiamo, assaporarlo. La stanza con i suoi muri, il suo pavimento, la sua aria vuota, ci fa da contenitore.
Gradualmente, con il tempo man mano che ci apriamo a essere dove è il corpo e a sentire come stiamo in quel momento, il qui si dilata, diventa immenso, un luogo in cui la presenza dello spazio vuoto si estende fino a farci assaporare la spaziosità fondamentale in cui abitiamo.”
N: “Immagino questi corpi in lontananza, una sorta di avanzata, che renda ancora più l’idea di vastità. Durante un viaggio prestabilito, l’incontro di una sorpresa.”
M: “Quello su cui dobbiamo andare a lavorare è il discorso di avere chiaro l’atmosfera interna del paesaggio, e da lì elaboriamo la costruzione interna. Capiamo l’atmosfera.”
M: “Vedo la dimensione del viaggio. Più che un viaggiatore catapultato nell’ignoto, è un esploratore che in posti reali e concreti si imbatte in sorprese sconosciute e suggestioni.
L’esploratore è qualcuno che va a scoprire qualcosa, che però passa attraverso traiettorie conosciute: C. Colombo voleva andare in India, sapeva la rotta, ma si è imbattuto nell’America.”
N: “Questo del viaggio è un tema che ritorna: queste cose che esistono e non esistono. Esistono perché la fisica permette che esistano ma in realtà ti fotte il cervello. Ti ritrovi a vedere cose che non esistono ma è la fisica che ti permette di vederle, sembra un controsenso. La fisica mostra anche quello che non esiste. Se non ci fosse qualcuno che guarda non esisterebbe.”
Un progetto di Marco Casagrande e Nicolò Giorgini
dramaturg Eliana Rotella
suono Andrea Centonza
luci Fabio Brusadin
produzione CodedUomo
sviluppato all’interno di Incubatore per futuri coreografi C.I.M.D. con il sostegno del MiC